Le 850 Derivate
Oltre alle versioni “standard” come uscite direttamente da casa Fiat, nel corso degli anni numerose sono state anche le cosiddette “derivate”. Che fossero le familiari, veicoli commerciali, le carrozzate speciali dagli “artisti” del momento o vere e proprie Abarth. Cercheremo in questa sezione di far conoscere la maggior parte delle versioni “derivate”, per le quali la base di partenza è stata sempre la stessa, nostra, amata, 850.
Veicoli commerciali e familiari
850T
Il Fiat 850T fu un veicolo commerciale, prodotto tra il 1964 ed il 1976, come sostituto del modello Fiat 600T, utilizzando le innovazioni che erano state introdotte con l’avvento della “850”. La versione finestrata sette posti con frontale a quattro fari venne denominata Fiat 850 Familiare (“Kombi” in alcuni mercati).
La cilindrata era di 843 cm³ con potenza di 34 cv. La carrozzeria si differenziava dal 600T prima serie sostanzialmente per il solo frontale, ora con una griglia rettangolare al posto di quella precedente di forma esagonale, per l’allungamento del pianale cabina di 5 centimetri e l’adozione dei cerchioni ruota della Fiat 850 berlina (in precedenza venivano utilizzati quelli della 600 Multipla) e per pochi altri dettagli. Venne allestita anche una versione cassonata con sponde ribaltabili (Coriasco).
L’850 T fu prodotto presso lo stabilimento OM di Suzzara fino al 1976, quando venne sostituito dal Fiat 900T.
900T
Nel 1976 le due varianti (commerciale e familiare) vennero unificate e si trasformarono nel 900T, nome derivante dalla cilindrata del nuovo motore, che mantenne il pianale e le linee della “850 Familiare”, ma con un frontale rinnovato e nuovi cerchi. Era offerto in undici allestimenti, tra cui la versione pulmino a 7 posti e il furgone a porte scorrevoli, a battente o a tetto rialzato.
Il gruppo motore-cambio rimase ancora il “100G” depotenziato della 850 sport di 903 cm³ da 35 cv, presentando alcune innovazioni come una testata derivata da quella della Fiat 127. I freni erano potenziati e l’alternatore sostituiva la dinamo. Sempre per mano di Coriasco continua la produzione della versione “Pick-up” già sperimentata a partire dalle versioni 600T e 850T.
Il prezzo al momento dell’uscita era di Lire 3.457.000 e, verso la fine del 1979, era già stato prodotto in circa 500.000 esemplari. Vennero azzardate anche delle versioni “camperizzate” come la “Shango”, con scarso successo.
900E
Nel 1980 uscì la versione perfezionata, il 900E, proposto in versione furgone trasporto merci, trasporto promiscuo, e Panorama, la versione pulmino.
Le differenze si trovavano nei nuovi cerchi (quelli della 128 dal 1976), nei paraurti più spessi e soltanto di colore nero, nei nuovi gruppi ottici posteriori rettangolari (derivati da Fiat 238 e 242), nell’introduzione dei freni a disco sulle ruote anteriori e nell’introduzione di un serbatoio lavavetri con elettropompa che decretava lo spostamento della ruota di scorta sotto il pianale dietro al guidatore (e non più davanti al passeggero anteriore). Vennero anche rivisti volante e strumentazione mutuati dalla 127 seconda serie.
Uscì di produzione nel 1986, e fu sostituito dapprima da una versione a passo corto del Fiat Ducato, il Talento.
Curiosità
Dal Fiat 850T fu derivata una draisina ferroviaria a motore, denominata Fiat 500. Rispetto al furgone, la draisina aveva carrozzeria bifronte, ovvero con doppia cabina. Il motore era il 499,5 cm³ della Fiat Nuova 500 Giardiniera.
Versioni speciali ed edizioni limitate
Allemano
La versione di Allemano presenta interessanti novità stilistiche sia nella parte anteriore che in quella posteriore. Partendo forse dalla sezione più interessante del progetto, ovvero la parte posteriore, si individua un inedito andamento della coda, con un taglio del pannello molto ampio e con una leggera bombatura. Nella sezione laterale spicca il diverso disegno del montante posteriore, più piccolo della versione normale ed un andamento leggermente curvato della fiancata. La parte anteriore si caratterizza per il logo Fiat disposto tra i due fanali e il lungo cofano con uno sbalzo finale, che sembra richiamare quello posteriore.Boneschi
La versione di Boneschi si presenta come un’alternativa alla ben più famosa (e diffusa poi) spider realizzata da Bertone. Interessante risulta l’idea di mantenere delle proporzioni simili alla berlina, dotandola però di un tetto in tessuto che si ripiega nella parte posteriore. Contribuiscono a conferire un disegno pulito anche le sottili strisce di cromatura che percorrono la fiancata, mentre non sembrano essere state adottate altre interessanti soluzioni per l’avantreno che richiama molto infatti la versione originale.Caprera – Fiat 850 Coupè
La 850 di Caprera è una versione coupè dalle linee sinuose e dalle proporzioni generose. Salta subito alla vista la grande onda immaginaria che collega i fanali alla fiancata e che poi si smorza nella parte posteriore, delineando una sorta di andamento continuo lungo tutta la vettura. Il cofano è perfettamente a livello con il muso che presenta un paraurti integrato come soluzione di continuità, in cui si ritrovano anche i fanali per le frecce. Caprera – Fiat 850 Estate – Belvedere
Carrozzeria Ghia – 850 Vanessa
La versione realizzata dal Carrozziere Ghia, a cui è stato dato il nome Vanessa, è senza dubbio una delle interpretazioni più originali e che si discostano di più dal modello di base. La cosa che subito spicca è la soluzione del grande portello con cerniera ad ali di gabbiano, nella parte posteriore: questa ampia vetrata mobile permette al tempo stesso maggiore luminosità e praticità nell’accedere alla parte posteriore sia per le valigie che per eventuali passeggeri. La ricerca stilistica poi continua nella parte posteriore con un inedito lunotto che si raccorda con una fanaleria personalizzata e unita da una fascia a listelli orizzontali che contribuisce a dare un senso filante all’insieme! La parte anteriore, meno originale se confrontata con quella posteriore, presente quattro grandi fanali incassati di uguale diametro.Carrozzeria Ellena – Fiat 850
Francis Lombardi – 850 Libellula
La versione di Francis Lombardi, chiamata 850 Libellula, si presenta come una spider dalle linee pulite e filanti. Non sono presenti particolari degni di nota se non nel frontale in cui troviamo un muso spigolo che però ben si raccorda con il paraurti quasi integrato. Nella parte posteriore, oltre all’alloggiamento per la cappotta, troviamo alcune feritoie ai lati estremi per raffreddare il motore, soluzione adottata anche in altre versioni speciali realizzate dai carrozzieri; ma che qui hanno una linea pulita ed essenziale che contribuiscono quindi all’insieme armonioso del progetto.Francis Lombardi – 850 Lucciola
Francis Lombardi – Fiat 850 Grand Prix
Francis Lombardi – Fiat 850 Monza
Moretti – 850 coupè e spider

O.S.I. – 850
La 850 Berlinetta venne realizzata da Giovanni Michelotti per la carrozzeria O.S.I. Esempio ben riuscito di coupè, è caratterizzata da una grossa presa d’aria sul cofano posteriore, con dei listelli molto pronunciati e filanti che non appesantiscono troppo la vista. Altro dettaglio non da poco è la ricercatezza della soluzione dei fari e di tutta la parte posteriore della vettura: parte dai paraurti posteriori e sembra raccordarsi in una grande palpebra in cui sono incassati i due fari e più sotto lo scarico centrale. Anteriormente invece le novità non sono rilevanti e nella parte laterale spicca il logo 850, che domina il montante posteriore.Vignale – Fiat 850
Il carrozziere Vignale è sicuramente uno dei più famosi nel realizzare versioni speciali di vetture FIat. Anche in questo caso non si è tirato indietro, presentando ben 3 versioni proprie per la 850: spider, coupè e quattro posti. Tutte le versioni sono caratterizzate dalla presenza di solo due porte, caratteristica che serve a snellire le proporzioni. Nelle versioni coupè e quattro posti si nota, nella parte frontale, un cofano altro per alloggiare la ruota di scorta e permettere di mantenere le cubature necessarie per le valige. Altro elemento imporante sono i fari e le frecce accordati alle estremità del muso, e si nota che tutto questo serve a fare una forma filante al progetto. Nella parte posteriore, continuando con l’idea originale, Vignale ha realizzato un cofano con dei listelli orizzontali, gradevoli e funzionali al raffreddamento del motore. Infine la versione spider che presenta delle proporzioni snelle, con sbalzi pronunciati nella coda e viene ripreso il paraurti incassato come nelle prime due versioni descritte poc’anzi. Zagato – Fiat 850
La versione di Zagato si può definire la “850 spigolosa”. Questo per le soluzioni adottate in cui si intrecciano spigoli, curve, nervature importanti che le attruibiscono queste carattere assolutamente originale ed inedito. Partendo dal frontale si notano i fari circolari contornati però da un profilo trapezoidale cromato. Poi lungo tutta la fiancata ci sono importanti nervature e spigoli che dividono la sezione superiore da quella inferiore della fiancata. Poi arriviamo alla parte posteriore: lunotto posizionato a sbalzo che termina con un cofano motore con delle prese d’aria laterali, anch’esso con delle forme geometriche particolarmente ricercate.Abarth
BERLINA
Subito dopo la presentazione della Fiat 850, Carlo Abarth non tardò a presentare le sue personali evoluzioni del modello, come era solito fare in quegli anni. Specificatamente per la berlina, la prima che presentò fu la OT 850/130 dove 130 sta per la velocità massima. La sua creazione era dotata di un motore in grado di sprigionare 42 cv a 5400 giri al minuto, e la sigla OT stava ad indicare la dicitura Omologazione Turismo.
Subito dopo presentò altre varianti della versione berlina dalla 850, ovvero la OT 850/150 con 50 cv e appunto 150 km/h di velocità massima e la OT 1000 con 54 cv. Sicuramente fuori dal coro come prestazioni, per l’epoca veramente esorbitanti, furono la OT 1600 e OT 2000, sempre berlina, in cui venne montato il bialbero Abarth da 100 cv/litro che portava la macchina ad una velocità di 220 km/h per la 1600 OT (154 cv) e 255 km/h per la OT 2000 (204 cv). Purtroppo per motivi di sicurezza, entrambi i modelli rimasero solo dei prototipi.
SPORTIVE
Quando Fiat presentò poi le sue versioni sportive, anche Abarth decise, in occasione del salone di Francoforte del 1965, di presentare le sue versioni ovvero la OT 1000 Coupé e Spider, la OTS 1000 Coupé e la OTR 1000 Coupé e Berlinetta con testata radiale.
Iniziamo descrivendo le prime due: montavano un motore da 982 cc con una potenza massima di 62 cv, vennero vendute a 1.300.000 lire la versione spider e 1.160.000 lire la versione coupé. Passiamo quindi alla OTS 1000, che si differenziava dal coupé precedente per avere quattro condotti di aspirazione con due carburatori doppio corpo e albero di distribuzione con camme di diverso profilo. Le differenze non si fermavano qui: era applicato uno spinterogeno Marelli, un impianto di raffreddamento con grande pompa e una ventola elettrica (risolvendo i problemi comuni delle 850). Tutto questo a beneficio delle prestazioni: la OTS infatti erogava 74 cv, velocità massima di 180 km/h e tra gli optional si poteva avere il cambio a 5 marce. Siamo giunti quindi all’ultima versione presentata, cioè la OTR 1000 Coupé che di caratteristico aveva la grande griglia per la presa d’aria sul frontale.
Sempre al salone di Torino, Abarth presentò una 850 con motore derivato dalla 124, che venne denominata OT 1300/124. Per l’installazione del motore da 75 cv, venne ideato un particolare telaietto da imbullonare alla scocca. Abarth però presto attenzione anche al mercato statunitense con la vettura OT 2000 Coupé America da 245 km/h, un motore 2000 bialbero da 185 cv. Anche in questo caso però la vettura rimase solo un prototipo per diverse ragioni tra cui anche i costi di produzione, ma si vocifera che fu lo stesso Gianni Agnelli ad impedirne la produzione per il timore che fosse troppo potente e pericolosa quindi per un pubblico inesperto.








































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