Le Sportive

Le 850 Sportive

 

 

 

Nel Marzo del 1965, al Salone di Ginevra, vennero presentate le versioni sportive della gamma “850”: la “Coupé“, disegnata dal centro stile Fiat a cui al tempo faceva capo l’ing. Mario Boano, e la “Spider”, disegnata invece dal ben più famoso team di Bertone. Entrambe realizzate sul pianale della berlina, ne differivano meccanicamente per i motori potenziati (47 cv per la “Coupé” e 49 cv per la “Spider”) ed altri accorgimenti. Entrambe riscossero grande successo, in quanto stilisticamente sembravano Ferrari in miniatura, soprattutto grazie al loro prezzo estremamente ragionevole (all’epoca, da circa 950.000 lire). La clientela giovane fu il principale obiettivo di marketing.

 

 Coupè:

 

Dante Giacosa, sotto la cui egida venne realizzato il progetto “850 Coupé”, aveva dato disposizioni affinché fosse mantenuta l’impostazione generale, il pianale e buona parte della meccanica, impiegati per il modello “850 Berlina”; si trattava, quindi, di operare modifiche entro limiti rigidamente stabiliti. Il Centro Stile Fiat guidato da Mario Boano concretò una linea sobria ed equilibrata, riuscendo a ottenere un aspetto elegante e sportivo, pur adottando l’innovazione aerodinamica della forma K (a coda tronca detta “coda di Kamm”), mantenendo un abitacolo per 4 persone ed un bagagliaio anteriore di sufficiente capienza. Unico neo l’altezza della calandra, dovuta all’impossibilità di sistemare orizzontalmente la ruota di scorta, che fu però visivamente attenuata da fari di maggior diametro.

 

INTERNI

L’abitacolo prevede due posti anteriori ed un sedile unico posteriore per due posti supplementari, tutto rivestito in sky di tipo sportivo; i sedili anteriori sono abbastanza comodi per il lunghi viaggi e con schienali reclinabili in entrambi i sensi mediante un caratteristico pulsante cromato. L’assetto di guida è discreto, sempre che il sedile venga quasi del tutto arretrato. Il volante è a due razze piatte di metallo lucido. La plancia, di disegno semplice ma elegante, è rivestita di materiale antiriflesso ed è attraversata da una fascia orizzontale di finto legno; due gli strumenti circolari montati di serie, il tachimetro con contachilometri e spie di controllo a sinistra, gli indicatori della temperatura dell’acqua e del livello del carburante a destra. A richiesta può essere montato il contagiri (15.000 lire) e l’antifurto con bloccasterzo (4.500 lire).

 

MECCANICA

A confortare il felice risultato estetico-ergonomico, fu la buona riuscita della trasformazione meccanica fatta di molte piccole modifiche, cominciando dalle masse in movimento, migliorate dall’impianto frenante con dischi Bendix all’anteriore e da pneumatici di maggior diametro (su richiesta con fascia bianca a 6.500 lire). Il piantone di sterzo venne dotato di giunto elastico e l’impianto elettrico completamente rifatto e ammodernato. Grande attenzione fu riservata al propulsore (Tipo 100GC000) con l’aumento di diametro delle valvole di aspirazione e scarico, dotate anche di doppia molla di ritorno, con le varianti alle bielle, al profilo di cielo dei pistoni e all’albero di distribuzione, ora comandato da catena a doppia pista. Il sistema di alimentazione fu migliorato con l’adozione di un nuovo collettore di aspirazione e del carburatore Weber a doppio corpo con dispositivo superalimentatore. L’impianto di scarico vide l’eliminazione del collettore, sostituito da 4 condotti separati che convogliano i gas direttamente al silenziatore.

La risposta commerciale fu superiore alle aspettative e la Fiat dispose il raddoppio della produzione, dai 100 esemplari/giorno inizialmente previsti ai successivi 200. In meno di 3 anni ne vennero prodotti circa 180.000.

 

 


1968: ARRIVA LA “SPORT”

La nuova sportiva Fiat conquista ben presto una più che giustificata fetta di mercato, a tal punto che nel 1968 la casa torinese prosegue la produzione con un aggiornamento sia nella meccanica sia nella carrozzeria: in concomitanza con la presentazione della berlina “Special” (con i 47 cv della Coupè), i primi di marzo di quell’anno viene presentata la “Fiat 850 Sport Coupè” (2a serie), equipaggiata con un nuovo motore sottoquadro tipo 100GBC000 con cilindrata maggiorata a 903 cm³, ottenuta lasciando invariato l’alesaggio e allungando la corsa a 68 mm, con una potenza massima che sale a 52 cv ed una velocità massima di oltre 145 Km/h.

L’aumento di potenza comportò varie modifiche a cominciare dal miglior materiale per valvole e sedi, diversa taratura del carburatore, pneumatici radiali, oltre all’adozione di una coppa e pompa dell’olio maggiorate, di un sistema di recupero automatico del gioco per i freni posteriori e alla sostituzione della dinamo con l’alternatore per le mutate esigenze di potenza elettrica determinate dai nuovi fari di profondità suppletivi e dalle luci di retromarcia.

La carrozzeria della “850 Sport Coupè” si differenzia molto da quella della “prima serie”: la doppia fanaleria, sia davanti che dietro, i fanalini anteriori rettangolari incorporati nel paraurti (che fungono anche come frecce) ora dotati di rostri gommati, il nuovo fregio anteriore e lo spostamento del marchio rotondo con alloro sul bordo del cofano anteriore, la coda squadrata ed incorniciata da un profilo cromato. la linea di cintura si rialza lievemente in corrispondenza delle ruote posteriori, mentre il padiglione assume un’impostazione più slanciata, grazie al diverso raggio di curvatura che addolcisce il raccordo con la coda tronca, formando un piccolo di spoiler posteriore e migliorando il coefficiente aerodinamico.

E’ importante inoltre sottolineare che in questa seconda serie appare posteriormente la scritta “Fiat 850 Sport” con le singole lettere inserite in altrettanti rombi, in linea col rinnovamento del marchio della casa torinese di quegli anni.

Anche gli interni furono interessati da alcune modifiche, come la diversa conformazione del divanetto posteriore, l’apposizione di una consolle portaoggetti sul tunnel, la finitura del pavimento in moquette e un largo impiego di materiale fonoassorbente, nel tentativo di aumentare l’insonorizzazione dell’abitacolo dal rombo del motore.

Nonostante le molte migliorie, il prezzo di listino si mantenne sostanzialmente invariato.

 

1971: ULTIMI BAGLIORI

Le 850 sportive vennero costruite fino al 1972, anche se nella primavera del 1971, la Coupè subisce un’ultima ristilizzazione del frontale: ed ecco quindi nascere la Fiat 850 Sport Coupè (3a serie). Tutto questo per esigenze di adeguamento normativo uguale per tutti i paesi in cui si pensa di esportare la 850 Sport Coupè (mercato britannico in particolare).

In questo ultimo restyling, fatto un anno prima che la vettura uscisse di produzione per far posto alla avvenieristica “X1/9” ed alla “128 Coupè”, le modifiche hanno caratterizzato solo il frontale, dove i quattro fari anteriori sono ora tutti dello stesso diametro ed in posizione più alta da terra; il frontale si presenta pertanto più elaborato e forse meno in sintonia con il resto della vettura, la cui lunghezza aumenta di qualche centimetro. Sparisce il “sorriso” anteriore che caratterizzava la 2a serie, e lo stemma Fiat contornato di alloro ritorna sul frontale.

La meccanica, invece, rimane la stessa della 2a serie.

La “850 Sport Coupé” rinnovò il successo ottenuto dalla precedente “850 Coupé”, realizzando circa 200.000 esemplari venduti. Del resto all’epoca non esistevano sul mercato internazionale autovetture concorrenti per cilindrata e prezzo che potessero vantare simili prestazioni a costi tanto modesti.

 

Alcune immagini della erede 128 Coupè, che decreta anche l’inizio dell’era della trazione anteriore

 

 

 


ESTERO

A partire dal 1967 il modello “850 Coupé” venne costruito su licenza dalla SEAT, all’epoca consociata spagnola della Fiat, con la denominazione Seat 850 Coupé, ottenendo l’identico successo di vendite. La nuova versione Seat 850 Sport Coupé entrò in produzione nel dicembre 1969, rimanendovi fino al 1972. Entrambe le versioni hanno caratteristiche tecniche ed estetiche pressoché identiche alle corrispondenti versioni prodotte in Italia.

 

 

Spider:

 

La “850 Spider” nasce da un’idea dello stesso Nuccio Bertone, che nel 1964 lancia alla Fiat la sua proposta di realizzare una versione scoperta della 850, da affiancare alla versione Coupè che Fiat sta ultimando nel proprio “centro stile”. La proposta viene accolta e Bertone dà vita ad una piccola sportiva che ancora oggi è amata da tantissimi appassionati in tutto il mondo. Nel marzo del 1965 viene quindi presentata al Salone di Ginevra, insieme alla sorella Coupè.

Dal punto di vista stilistico, Bertone realizza un vero e proprio capolavoro: nel piccolo spider infatti vengono fuse tutte le sue esperienze e sperimenti stilistici antecedenti, oggetto anche di vetture più blasonate, come la “Testudo”. Il prezzo di listino è stato subito interessante: 1.050.000 lire per cui subito economica nell’acquisto e poi nella gestione.

Una bozza iniziale ed una immagine dello studio stilistico “Testudo” di Bertone, che ha ispirato la Spider

 

 

 

La linea è particolare e conferisce una certa grinta: il muso è lungo, basso e molto aerodinamico, caratterizzato dai due fari arretrati ed obliqui (gli stessi della Lamborghini Miura!). Ad un frontale così caratteristico si oppone un retrotreno con coda piatta e tronca con motore a sbalzo. Inoltre a richiesta era possibile avere un hard top che, una volta montato, conferiva alla spiderina un look da coupè sportivo molto accattivante. Viene inoltre adottato il celebre marchio rotondo Fiat cinto di alloro, usato tra gli anni venti e la prima metà degli anni trenta.


 
INTERNI

All’interno due posti secchi, dietro ai quali troviamo uno spazio utile per aumentare la capacità di carico della vettura, variabile se in configurazione con hard top oppure con capote alzata ed abbassata.

La strumentazione è un vero e proprio capolavoro, degna di vetture di livello nettamente superiore, costituita da ben cinque strumenti circolari: due più grandi, tachimetro e contagiri, e tre più piccoli, temperatura acqua, livello benzina e pressione olio. Nella parte centrale fu posizionato il posacenere e tre comandi: regolazione intensità luce quadro, velocità tergicristalli ed accendino. A destra del cruscotto fu installata una maniglia di appiglio per il passeggero ed il vano porta oggetti all’interno del quale era posizionato il comando di apertura del cofano anteriore. A sinistra trovarono posto le quattro levette per il comando rispettivamente di luci di posizione, luce quadro, luce abitacolo e tergicristalli. Il comando del lavavetro fu invece demandato ad una pompetta a pedale posta dietro il pedale della frizione. La posizione di guida è quasi sdraiata, con il volante, a razze piatte lucide, in posizione verticale.


 
MECCANICA

Ma la cosa più interessante per l’acquirente era il motore: esso è più spinto persino della versione Coupè. La potenza massima erogata cresce fino ai 49 cv, raggiunti al regime di 6500 giri/min, rispetto ai 5300 e 6200 di berlina e coupè. Ovviamente per ottenere questi risultati si interviene sulla carburazione, adottando un carburatore Weber 30 DIC a doppio corpo, mentre il rapporto di compressione passa a 9,3:1. Tutto questo richiede molti interventi meccanici, già citati per la versione Coupè, tra i quali l’irrobustimento del blocco motore, il montaggio di una pompa dell’acqua maggiorata e la relativa modifica dei passaggi dell’acqua nella testata, freni a disco anteriori ed un collettore di scarico a tubi sdoppiati.

In poche parole una di quelle vetturette simpatiche ed appassionanti relativamente economiche rispetto alle prestazioni ed al fascino di possedere uno spider. Questo successo portò a tempi di consegna notevolmente lunghi, tenendo conto che Bertone produceva anche una versione con il suo marchio e denominata “CL” (Convertibile Lusso), caratterizzata da finiture migliori, che veniva rivenduta solo da un ristretto numero di concessionari selezionati.

 

1968: ANCHE LA SPIDER HA LA SUA “SPORT”

Nel 1968 anche la 850 spider è oggetto di un restyling tecnico ed estetico che dà origine alla 2a serie. La denominazione della nuova gamma è “850 Sport Spider” e si riconosce esternamente per i fari non più carenati ma verticali (per adeguarsi alla normativa vigente), per le frecce anteriori attaccate alla parte inferiore del paraurti (ora dotati di rostri), posteriormente sparisce la griglia cromata sostituita da una parte in lamiera in tinta vettura con al centro la targhetta identificativa Fiat “a rombi”.

Internamente subisce poche modifiche, solo qualche lieve ritocco estetico col nuovo disegno delle cuciture dei sedili, l’utilizzo del finto legno sulla plancia e sulla corona del volante (a due razze in metallo nero con quattro fori circolari). Il pavimento dell’auto rimase in gomma quadrettata.

Il motore, come per la Sport Coupè, è una vera sorpresa: infatti la cilindrata passa a 903cc e la potenza massima passa a 52 cv, oltre a tutta una serie di accorgimenti e migliorie, rendendo la vettura ancora più piacevole da guidare. Cresce di conseguenza anche la velocità massima arrivando ad oltre 150 km/h!

 

 

La piccola vettura riscuote inoltre un grande successo, anche negli Stati Uniti dove sarà anche chiamata “little Ferrari” e dove verrà esportata più della metà della produzione totale di 140.000 unità a tutto il 1972, anno in cui venne sostituita dalla “X1/9”.

Una Sport Spider versione USA con alcuni accorgimenti per il mercato americano ed una “X 1/9” che prenderà il suo posto.

 


Bertone e le sue special

 

Sempre nel 1965, Bertone decise di proporre anche altre sue idee su base 850 e nacquero per l’appunto la 850 CL, dove CL sta per Convertibile Lusso, e la Racer (denominata Racer Team nella seconda serie).

 

CL

Andiamo per ordine analizzando la CL per prima: oltre alla differenza di allestimento rispetto alle versioni Fiat, notiamo uno stile simile alla versione spider ma in questa CL sparisce la griglia tra i due fanali posteriori dove viene invece applicata la scritta CL. Un’analoga ricercatezza lo si nota all’interno con l’inserimento di ulteriori strumenti nel quadro e un piccolo mobiletto davanti al cambio, con inseriti un amperometro e un orologio. La dotazione quindi ormai era completissima, inoltre venne aggiunta la serratura anche nel vano portaoggetti di fronte al passeggero. Quindi la CL si differenziava rispetto alla sorella Spider, per una ricercatezza ancora maggiore e un’attenzione verso i dettagli, i colori, gli allestimenti che si manifestarono anche in un prezzo di 1.175.000 lire per la versione spider e 1.285.000 lire per la versione con hard top.

 

RACER

Concludiamo quindi con la Racer, altro modello di Bertone sulla base della sua sport spider. Elemento caratteristico ed essenziale di questa versione è l’hard top, rigido rivestito in vinile e imbullonato alla vettura che di fatto trasformò i due posti secchi della sport spider in una 2+2, a tutto vantaggio quindi dell’abitabilità interna. L’hard top, nella sezione laterale, riporta la placca Racer e i vetri posteriori potevano essere aperti a compasso. La dotazione interna e gli allestimenti erano molto ricercati, un po’ come per la CL infatti la clientela era più sofisticata e quindi l’attenzione prestata era maggiore. Numerosi infatti erano gli optional a pagamento (la vettura costava 1.175.000 lire) come vernice metalizzata, portabagagli o portasci, autoradio, orologio elettrico, sedili sportivi, poggiapiedi per il passeggero.

 

RACER TEAM

Venne poi presentata una versione più corsaiola e sportiva della Racer, chiamata Racer Team per l’appunto. La differenza estetica più importante è l’hard top, sempre rigido ma non più rivestito in vinile bensì tinto dello stesso colore della carrozzeria. Ancora, sempre sull’hard top, sparisce la placca Racer che viene sostituita dalla scritta Racer Team, connotazione sportiva quindi rispetto alla maggiore eleganza di prima. Nei paraurti anteriori compaiono due rostri e due grandi fanali abbaglianti di profondità, che denotano l’indole della vettura; indole che viene ripresa anche nell’abitacolo con tessuti e colori sportivi adatti ad un clientela di quel tipo come i battitacco cromati con la scritta “Carrozzeria Bertone”.

Non sono solo vezzi estetici, ma a richiesta questa Racer Team poteva essere dotata di un motore in grado di sprigionare la bellezza di 60 cv. Il prezzo di vendita di questa Racer Team fu di 1.275.000 lire e le prime consegne furono a metà dicembre.