La Berlina

La 850 Berlinala 850 berlina

La prima versione della “850” ad essere lanciata nel 1964.

 

La Fiat, forte del 70% delle immatricolazioni che deteneva qualche anno dopo il lancio della “600”, avviò lo studio di un nuovo modello da inserire tra la ”600” stessa e la ”1100” (non a caso 850 è la media aritmetica delle due!). Abbandonato l’innovativo “progetto 122” (ripreso poi in seguito dalla Simca, all’epoca consociata con Fiat, per la “1000” che uscirà a fine 1961), per contenere gli investimenti Fiat ripiegò su un’evoluzione della “600”, di cui conservava la struttura base (inclusi tetto e cellula abitativa) e la meccanica (rivista in molti particolari, come le sospensioni posteriori ed il motore). La nuova utilitaria Fiat si proponeva come modello più raffinato della illustre progenitrice.

La progenitrice “600” e qualche scatto rubato del “progetto 122” poi abbandonato

 

 

 


la 850 berlina1964, IL LANCIO

Il lavoro di Dante Giacosa (capo progettista Fiat dell’epoca) fu ottimo e resero la “850” agli occhi del pubblico un enorme passo avanti. Il frontale più alto e squadrato, i fari anteriori più ampi (erano gli stessi della “1100D”), i lamierati esterni delle portiere ridisegnati, il parabrezza ampliato, i finestrini posteriori modificati, la nuova piccola coda posteriore, aggiunta per ragioni aerodinamiche, con fari tondi, l’abitacolo, benché strutturalmente identico, più spazioso e ricco (importante l’inserimento di un impianto di riscaldamento efficiente!). Dell’antenata, oltre all’analoga impostazione ed architettura, la “850” mantenne anche le ruote da 12 pollici con relativi coprimozzo, adottate sulla versione “fanaloni” della “600”, ovvero l’ultimo modello prodotto in affiancamento con la neonata “850”.

Meccanicamente la “850” differiva dalla progenitrice per la sospensione posteriore a ruote indipendenti, con un nuovo braccio a “Y” che sorreggeva il motore. Il propulsore, il fido “Fiat100” a 4 cilindri raffreddato ad acqua, viene modificato nella testata e nell’albero a camme, maggiorato da 767cc a 843 cc e montato in posizione arretrata rispetto alla “600” (ciò consentì di ricavare un vano bagagli supplementare dietro al sedile posteriore). Due le versioni disponibili al momento del lancio: la “Normale” da 34 cv e la “Super” da 37 cv (contro i 29 cv della “600D”).

Alcune immagini delle prime versioni presentate al pubblico

 

 

 

1965, CONSOLIDAMENTO

Insieme al lancio delle sportive “Coupè” e “Spider” la gamma berlina si consolida e venne presentata la “Super Idromatic” (o “Idroconvert”), dotata di frizione idraulica automatica e cambio meccanico a 4 rapporti; molto comoda in città, ebbe scarso successo e ad oggi un esemplare in buone condizioni risulta molto raro.

 

Un paio di dettagli sull’innovativo (e forse incompreso) sistema di cambio automatico

 

 

 


la 850 berlina1968, DA “SUPER” A “SPECIAL”

Nel 68 tutta la gamma fu oggetto di ritocchi. Tra le berline la “Super” cedette il posto alla “Special”, meglio rifinita con profili cromati sulle fiancate, cornici lucide ai bordi di parabrezza e lunotto, paraurti con rostri e nuovo fregio frontale.

All’interno, tante piccole migliorie, nuova plancia rivestita in plastica nera, nuovo volante con corona in simil-legno e razze nere in metallo forato, quadro strumenti nero anziché grigio e tachimetro con fondo scala a 160 km/h anziché 140, aggiunta di un pozzetto porta-oggetti vicino alla leva del cambio, divano posteriore ridisegnato con sostegno per le cosce, specchietto retrovisore interno con posizione antiabbagliante. Nuovi colori interni e esterni e nuovi cerchioni da 13 pollici (adottati già su coupé e spider, che saranno anche dotazione delle “128” e “127”). Viene equipaggiata col motore da 47 cv della Coupè, dotato di carburatore a doppio corpo e collettori di scarico maggiorati, che le consentiva di superare i 135 km/h. In conseguenza di questo incremento prestazionale, si scelse di adottare i più performanti freni a disco sull’avantreno.

La “850” normale”, invece, rimase invariata. Fu questa anche l’autovettura che negli anni ‘60-‘70, modificata con i “doppi comandi”, divenne la macchina più usata dalle autoscuole italiane.

Alcune immagini della “Special”, molto più matura rispetto alle prime nate

 

 

 


la 850 berlinaFINE PRODUZIONE ED ESTERO

La produzione delle berline (e delle familiari) cessò nel 1971, anno del lancio della rivoluzionaria “127”, dopo oltre due milioni e duecentomila esemplari.

Su licenza, la Seat produsse la “Seat 850” identica all’omonima Fiat ed anche altri stabilimenti europei (in Bulgaria per esempio) misero in produzione lo stesso modello per alcuni anni. La Zastava ne utilizzò invece il motore per equipaggiare la “Zastava “850”” esteticamente identica alla Fiat “600”.

 

Alcune immagini della rivoluzionaria “127” e delle “cugine” Seat e Zastava